3 dicembre 2007

Oscar

Ciao a tutti!
Mi unisco a Pino e Claudia nel ringraziare Gianpietro per il suo lavoro. Lo invito a non scoraggiarsi se, per ora, non ci sono entusiasmi particolari per questo nuovo strumento: le novità fanno sempre paura! Pian piano impareremo ad usarlo e sarà molto fiero di noi. Anche per me è la prima volta, ma mi butto!!!!!! Non ho letto gli aggiornamenti e quindi non so se qualcuno ha già iniziato a farlo, altrimenti sarò la prima a scrivere un post “emotivo”. Visto che questo blog è nato per dare un seguito al corso di scrittura emotiva, mi sembra il momento di inaugurarlo. Due settimane fa è venuto a mancare Oscar, la persona che seguivo ormai da anni. Nei miei 14 anni di servizio in Emmaus è già la quarta persona che perdo ed ogni volta è difficile poter pensare di ripartire. Quello che ho potuto fare per lui, fa ormai parte del passato; spero soltanto che quel che gli ho donato sia stato gradito. In questo momento mi sento di dover aiutare sua moglie sia per amicizia, sia per dare una continuità al mio servizio perché penso che Emmaus sia anche questo. In fondo non ci si fa prossimo solamente del diretto interessato ma di tutta la famiglia. Ammetto che questa esperienza mi lascia un po’ di amaro in bocca perché ho saputo trovare una splendida sintonia con Edda, mentre con Oscar ho sempre avuto difficoltà: il suo carattere, un po’ introverso, non mi ha mai fatto capire se quello che gli offrivo fosse il meglio per lui. Oscar ha sofferto per 23 anni ed in questo gli sono stata molto vicino perché potevo capirlo molto bene: so che cosa vuol dire lottare contro una malattia che non potrai mai vincere. Alla fine, per lui, la morte è stata davvero una grandissima liberazione. L’ultima volta che l’ho visto cosciente, mi ha guardato e mi ha detto: “Sono arrivato alla fine della strada”. Io l’ho guardato e non ho detto nulla, ma nel mio silenzio c’erano nascoste più di mille parole e credo che lui le abbia intese tutte. Il venerdì successivo, ero al suo funerale. Luisa C

3 commenti:

Gianpietro ha detto...

Grazie Luisa, sono molto fiero di te, come di tutti gli amici che vorranno collaborare a questo blog, in piena libertà e solo se sentono di volerlo fare. Il blog è di EmmauS non mio. Io posso solo contribuire a farlo funzionare nel modo che insieme decideremo. Come vedi ho inserito un titolo ed ua immagine in modo che ogni post abbia la sua "etichetta". Spero che quella che ho scelto per te vada bene. Grazie per le tue riflessioni. E' vero soprattutto che ci si fa prossimi non solo del diretto interessato, ma di tutta la sua famiglia, specie se la relazione dura da anni. Un abbraccio, Gianpietro

Elenina ha detto...

Una cosa che io non ho ancora digerito, quella di non poter essere andata al funerale della persona che seguivo io. E non so se mai verrà meno questo "senso di colpa".
Ma per fortuna il servizio continua, e continua nella stessa famiglia. In questo ne posso ancora parlare, ricordare, insieme alla famiglia.

Luisa C ha detto...

Ringrazio Gianpietro per il suo lavoro e per le parole che mi ha dedicato.
Per quanto riguarda Elenina, vorrei dirle che, a volte, pretendiamo forse troppo da noi stessi.
Se non sei riuscita ad andare al funerale della persona che seguivi, ci sarà stato sicuramente un valido motivo e la persona, conoscendoti, lo avrà capito.
Credo che le persone che ci lasciano fisicamente, continuino a vivere con noi e che ci capiscano più di quanto non abbiano potuto fare in vita.
Non abbatterti dunque, e cancella il tuo senso di colpa.
Pensa a tutto quello che hai potuto fare mentre era in vita.
Non sarebbe stato peggio rimpiangere di non essere stata presente quando era ancora tra noi?
Luisa C.