22 aprile 2008

Nada y todo

La dottrina di S. Giovanni della Croce, ripresa e parafrasata dal poeta T. S. Eliot nel terzo tempo di East-Coker (1940), trova spesso scarso interesse nella nostra società, mentre dovrebbe invece costituire il solido punto di partenza di chiunque voglia intraprendere un servizio non semplicemente perché un bel mattino si è svegliato e ha pensato che la società abbia sentito nel frattempo che lui era impegnato in altre cose, la sua mancanza, ma, come dovrebbe essere normale, perché era a lui che mancava qualcosa e aveva finalmente capito che non bastava essere nato uomo o donna, ma che, in qualche modo, bisognava anche diventarlo. Questo sentimento di essere niente era un sentimento buono, che andava mantenuto e custodito come fonte di grazia e ricchezza spirituale, invece, a volte, è diventato il trampolino di lancio per affermare, ancora una volta, la nostra individualità e la nostra ambizione, come è successo in politica, dove abbiamo fatto dello straniero non un fratello con cui condividere tutto il bene e i beni che avevamo ricevuto fino a quel momento, ma qualcuno su cui giocarci la vittoria o la sconfitta delle elezioni. Io penso che questa nostra associazione di volontariato vada bene così com’è, anche con le sue mancanze: a me ha dato un nome, un indirizzo da cui andare e nient’altro, ma è da questo indirizzo che è partita la ricchezza di un percorso spirituale intenso, che ha dato un significato nuovo e diverso alla vita vissuta fino a quel momento. Cristina

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