15 aprile 2008

Guidare il gioco

Rientro adesso da un pranzo organizzato in parrocchia per alcuni ospiti dell'O.P.G. accompagnati da alcuni volontari. Sono anche stanca e ne approfitto per fermarmi un attimo. Ho letto i post di Cristina e Claudia: immediatamente ho pensato alla relazione con questi ospiti. Ho avuto voglia di entrare nelle loro menti, di capire la causa della tristezza profonda che trapelava dagli occhi di Matteo, un giovane con problemi di alcool e droga. Occhi neri, profondi, belli, persi in un mondo a cui mi sembrava di non avere accesso che si sono illuminati solo quando gli ho chiesto se aveva telefonato alla sua mamma. Allora si è sciolto in un sorriso e mi ha parlato del suo cane portando il dialogo dove voleva il suo cuore, agli affetti della sua famiglia e alla sua casa. Mi ha salutato con un bacio, forse, come mi capita spesso, ha intravisto in me un po' di...mamma, ma era tornato serio. E' un dono avere la possibilità di queste relazioni che ti conducono, dove non sono io a guidare il gioco, ma è la consapevolezza che tutti e due siamo fonte di ricchezza in quanto persone. Elena

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