4 maggio 2008

"Dubitavano...- Andate.."

Oggi sono andata a trovare la mia amica. Ho già parlato di lei qualche volta. Là dove vive ci sono persone anche molto giovani, gravemente disabili. Sono in una struttura cosiddetta riabilitativa, ma alcune di loro non potranno mai migliorare anzi, sono affette da mali progressivi. Una ragazza in particolare la vedo peggiorare di volta in volta. E’ affetta da sclerosi multipla, forse è una delle 500 di cui ci parlava l’Enza. Fino ad un mese fa mangiava da sola o meglio, con uno sforzo inaudito cercava di far arrivare il cucchiaio alla bocca. Non sempre riusciva a centrare l’obiettivo e il cibo cadeva e allora vedevi i suoi scatti di rabbia. Ma poi ci riprovava. Avevo chiesto alle operatrici perché non si faceva aiutare e mi era stato risposto che insisteva a voler fare da sola. Questa sua caparbietà era la forza che le permetteva di mantenere ancora per un po’ il controllo delle braccia ed era insieme la sua disperazione perché capiva che ogni giorno diventava sempre più difficile. E’ stata per qualche settimana in ospedale e oggi l’ho ritrovata. Veniva imboccata con qualcosa di quasi liquido. L’operatrice le metteva una mano sulla fronte e con l’altra cercava di far entrare il cucchiaio nella bocca. Non avevo il coraggio di guardarla. Stasera ho letto gli ultimi post di Cristina e i commenti di Giampietro e le loro riflessioni sulla morte, sul male, sulla nostra impotenza di fronte al dolore. Non riesco a non pensare al dolore immenso, muto, disperato di G. Non cerco neanche di trovare risposte, non ce ne sono. Nel vangelo di oggi Gesù risorto appare ai discepoli in Galilea. Lo vedono, gli si prostrano innanzi ma alcuni di loro dubitano. Gesù dice loro: "… Andate dunque e ammaestrate…". Dubitavano. Quali e quanti dubbi ci assalgono continuamente. E Gesù dice “andate”, dice andate lo stesso anche se dubitate, anche se vorreste fermarvi e cercare di capire prima di partire. Forse vuole dire andate subito perché se vi fermate a pensare rischiate di perdervi e di non andare più. Claudia

1 commento:

Cristina ha detto...

Proprio oggi Dossetti, nella lezione conclusiva del suo corso, commentava questi versetti di Matteo, che concludono il Vangelo, e diceva che finisce in un modo molto duro, come del resto quello di Marco, non con un atto ecclatante della sua divinità, ma mandando i discepoli in Galilea, che è il luogo non santo, come Gerusalemme, ma pagano, è il luogo della quotidianità. Vuole dire che il risorto lo incontriamo nella vita di tutti i giorni, e che è sbagliata la posizione di chi chiede le prove. Dio non dà prove. Dio ci sprona, ci manda, ci spinge, ci fa andare, ma l'ultima pagina tocca a noi scriverla.
Cristina