12 maggio 2008

Le tentazioni

E’ tornato di grande attualità parlare di tentazioni, o vizi capitali, e un festival dedicato a questo tema, a Lodi, è già arrivato alla sesta edizione. Ci eravamo ormai convinti che, a patto di restare nei limiti della legalità, ci fosse consentito fare tutto o quasi, quando gli esperti dell’anima e del cuore umano hanno incominciato a ravvisare, in questa estrema libertà, il rischio di una pericolosa schiavitù, che può imprigionare l’uomo, alienandolo dalla realtà e dalla comunione con gli altri. Tra tutti questi discorsi, ho trovato molto interessante scoprire che anche la tristezza (chiamata dagli antichi acedia) viene annoverata tra i vizi, perché, dicono, di fronte ad un grande dolore, l’uomo ha la tentazione naturale a chiudersi in esso, alterando il suo rapporto con il tempo e lo spazio. Capita anche a me, talvolta, di incontrare persone conosciute in occasione di gravi lutti, come la perdita di un figlio o di una giovane moglie. Per alcuni di loro il tempo si è fermato: hanno lasciato il lavoro e vivono costantemente dentro un guscio di dolore, senza riuscire mai ad attraversarlo. Cristina

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