25 luglio 2008

La via regale

La persona da cui vado per il servizio EmmauS attraversa spesso momenti depressivi in cui dice che non vuole più vivere. Non c'è quasi esistenza umana che non conosca prima o poi un momento simile. Si tratta di uno stato mentale in cui la nostra anima resta immobile, apparentemente senza desideri ma, nella realtà, sotto pressione di due forze contrapposte: la concupiscenza di quello che non può avere (la salute, la vita, la giovinezza, l'amore o altre cose) e la irascibilità, il disgusto, per quello che non può avere. La filosofia e la psicologia hanno studiato in profondità questo aspetto della nostra mente, ma alla fine si sono sempre trovate a mal partito. C'è chi si induce la gioia di vivere artificialmente con farmaci o droghe, ma anche questo sistema non sempre produce grandi risultati. Ma allora che fare? La gioia di vivere appare essere un dono, una grazia che non tutti ricevono o sono capaci di accogliere sempre in ugual misura. La strada migliore che io ho sperimentato finora è quella che ci hanno indicato i padri del deserto: il ridimensionamento. E' chiamata anche via regale, o via leggera, perché è una strada che non sbanda né a destra, né a sinistra, ma tiene bene il centro. E' la strada che prende l'uomo che non si crede il padrone del mondo, che sa che non decide lui quello che succederà: ha un rapporto positivo con la sua finitezza, perché non la rimuove, non se ne spaventa, ma ne tiene conto. La sua bussola interiore gli dice dove si trova e non fa cose al di fuori della sua portata: nella sua vita c'è un polo freddo il nord la morte, un polo caldo il sud la gioia di vivere, un est da dove viene la luce, un ovest dove tramonta: ma anche qui sa che ci sono ancora due ore buone di luce e la sua anima gli dice: "Datti da fare, finché sei in tempo. Non rinunciare alla capacità positiva che è nelle tue mani, non sotterrare il tuo talento". Finché c'è luce: questa è la piccola sapienza che i padri ci insegnano a coltivare. E' l'uomo che smette di dire: "Io ... Io ..." ed è contento di esistere in una vita ordinaria e di questo rende lode a Dio. Cristina

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