13 settembre 2008

Le stelle

In una bella lectio sul Salmo 8, che Franco Mosconi, monaco camaldolese, ha tenuto per i volontari, operatori e familiari degli ammalati oncologici gravi, si parla di Davide, che il re Saul ha già tentato tante volte di far fuori. Ad un certo punto, Davide, braccato, tradito dal re, dalle sue guardie, fugge, correndo, nel deserto di Giuda e, a un certo momento, cade la notte. Davide si ferma, si sente solo, il nemico ha perso le sue tracce, tuttavia è ancora pieno di spavento, di paura, ha perso la fiducia nel re, ha quasi l'impressione che Dio l'abbia abbandonato. Si trova solo nel freddo del deserto, nella notte. Ed ecco, che in questo momento alza gli occhi e vede il cielo sopra di sé. Vede queste stelle meravigliose che stupiscono, con una chiarezza, con una limpidità che quasi trafiggono gli occhi. E Davide incomincia a pensare: "Come è grande Dio, come è immenso. O Signore, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra". Di fronte a questa visione com'è piccola la mia vicenda! Io mi sono fatto importante, ho creduto di essere qualcuno e ora tutta la mia fortuna è andata a rotoli. Che cosa sono io di fronte a questo immenso universo, di fronte a questo tempo senza fine di Dio, di fronte a queste ricchezze sterminate che le dita di Dio hanno intessuto nella volta del cielo? Di fronte a questo spettacolo, incomincia a capire la sua vicenda, che può anche ridimensionare. E mentre Davide si immerge in questa contemplazione, si placa gradualmente, dimentica i suoi affanni, dimentica il suo passato e si perde in questo sguardo, e ad un certo momento pensa: "Io sono amato da Dio. In fondo, tutto questo universo è per me. Dio si ricorda di me. Dio non può dimenticarmi, Dio mi visita".
Sono in attesa dell'esito di una biopsia che hanno fatto a mia madre, e sulla base di questo risultato si dovrà prendere una decisione molto importante. E' notte, guardo il cielo, ma nelle nostre città le stelle ormai non si vedono più da molto tempo. Cristina

1 commento:

Gianpietro ha detto...

Hai usato il verbo appropriato "ridimensionare". E' un esercizio al quale ci dovremmo sottoporre ogni giorno, prima di compiere qualunque azione. Purtroppo l'umanità si sopravvaluta (ti prego di non confondermi con lo studente finlandese che aveva adottato un motto simile prima di compiere la strage nella sua scuola nel novembre del 2007). Abbiamo elevato cappe di smog per non farci abbagliare dalla volta celeste e ci siamo creati un firmamento personale fatto di neon e lampioni. Va detto tuttavia che nei secoli bui l'umano poteva contemplare la volta celeste come fece Davide, ma non sembra che la sua vista andasse oltre "... l'esserci fino a sera." Gianpietro