17 settembre 2008

Le domande inutili

Sono ormai dieci anni che vado per il servizio dalla stessa persona, e ancora mi chiede perché lo faccio. Questa è una delle domande a cui non so dare una risposta, e che mi sembrano sempre abbastanza inutili. Quando andavo a scuola, mi piaceva, più di tutte le altre materie, il greco, e ancora adesso, se prendo in mano un testo in greco antico, non riesco a trattenermi dall’impararlo a memoria o tradurlo: ma alla domanda, che tutti mi hanno sempre fatto, a cosa serva imparare il greco, proprio non so rispondere. Anche questo blog, che quasi nessuno legge, mi impegna abbastanza, perché, nei limiti delle mie scarse capacità, cerco di osservare le regole della buona scrittura: la leggerezza, che contrasti il peso della materia che siamo costretti a trattare, la rapidità, perché chi legge non si annoi, la esattezza, perché le citazioni siano corrette, la visibilità, perché si prenda coscienza di problemi non marginali, la molteplicità, perché il discorso non si consideri mai concluso. Eppure, se un giorno qualcuno, per caso, o semplicemente per curiosità, dovesse accedere a questo blog, sono certa che la sua prima domanda sarebbe: “Ma perché lo fa?”. Cristina

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