11 gennaio 2009

I maestri di vita

Si dice che l’ottanta per cento delle nostre azioni sia dettato da invidia e da gelosia, sentimenti dai quali, quasi tutti, siamo soliti dichiararci immuni. Però, se ci pensiamo bene, quando, con un certo snobismo, diciamo di seguire delle guide o dei maestri, non facciamo altro che confermare questa tesi. Ci sono persone che dicono di seguire grandi maestri, come S. Francesco, Gandhi o, persino, Gesù Cristo; ce ne sono altre, invece, come me, che si accontentano di seguire esistenze molto più modeste. Un amico mi ha chiesto quali sono le pagine della letteratura, che mi hanno emozionato di più, sciorinandomi, con dovizia di particolari, quelle che lui stesso preferisce. A me non ne è venuta in mente nessuna, e penso farei lo stesso, se uno mi chiedesse quali sono i grandi personaggi della storia ai quali vorrei assomigliare. Ricordo, invece, molto bene, tutte le persone semplici, che mi hanno dato grandi lezioni di umanità. Condivido con una collega la conoscenza di un uomo buono e mite, che lavora, come segretario, in una comunità. Pochi sanno che trent'anni fa, in un terribile raptus che durò trenta minuti, uccise la madre e la fidanzata, delitto per il quale, naturalmente, rimase a lungo detenuto in un carcere psichiatrico. Cambiò la mia vita, quando raccontò che la sua rinascita è cominciata quando, uscito dal carcere, la mia collega, moglie di un volontario che lo seguiva e lo aveva invitato a cena, gli mise tra le braccia il suo bambino appena nato: non gli aveva messo tra le mani, come siamo soliti fare, le cose usate, che ci siamo stancati di indossare e che diamo ai poveri per pulire gli armadi, ma la cosa più bella e più preziosa della sua vita. La lezione, però, non mi viene tanto dalla mia collega, il cui gesto, mi ha confessato, è stato piuttosto istintivo e inconsapevole, ma da lui stesso, che ha saputo dare un significato così profondo ad un gesto ordinario e per molti senza senso e farne il punto di partenza per il riscatto di una vita, che sarebbe potuta andare perduta. Cristina

Nessun commento: