5 febbraio 2009

libero arbitrio

Ho letto, fornitomi da Cristina, il testo dell’intervento del gesuita francese Michel Rondet sul tema “Dio ha una volontà particolare su ciascuno di noi?” La trattazione offre diversi spunti di riflessione che vanno oltre la specificità della domanda. Soffermandomi, per ora, al nucleo centrale credo lo si possa sintetizzare come opposizione all’assunto di chi sostiene l’esistenza di un “disegno di Dio previsto da tutta l’eternità” che ci porrebbe davanti ad “un programma da riempire, stabilito al di fuori di noi, senza neppure darci dei mezzi sicuri per conoscerlo”, per cui “correndo parallelamente al disegno di Dio, ponendoci pur involontariamente al di fuori del suo progetto, avremmo perduto tutto”, se ne conclude che “la storia umana si svolge come uno spettacolo senza sorpresa (dato che Dio) si attende che noi occupiamo il nostro posto di comparse là dove Egli lo ha previsto da tutta l’eternità”. La risposta di Rondet si appella a Paolo “in Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo” (Ef 1,4-5) per affermare che ”è verissimo che vi è un desiderio da parte di Dio che raggiunge personalmente ciascuno di noi”, ma che “rivolgendosi a persone libere … Egli si attende che noi ci esprimiamo in una parola che vada a ricongiungersi con la Sua”. Parola che “sta a noi pronunciarla senza che essa ci sia mai imposta”. In base a ciò “la risposta che daremo a Dio non è iscritta da nessuna parte, né nel libro della vita, né nel cuore di Dio, se non come un’attesa e una speranza”. In definitiva più che di “parlare di una volontà particolare di Dio su ciascuno di noi … sarebbe più esatto parlare di una risposta personale da parte di ognuno di noi al desiderio di Dio”.
Non conosco il contesto nel quale sono state pronunciate queste parole, probabilmente funzionali ad un particolare tipo di uditorio, ma invidio a Rondet la sicurezza di cui fa sfoggio asserendo di conoscere Dio ed i Suoi desideri. Stando al gioco della umana banalizzazione della divinità ed ammettendo che Rondet parlando di “
persone libere” intenda riferirsi al “libero arbitrio” mi viene da chiedere in cosa “realmente” si differenzino le due posizioni. Esse sono infatti solo apparentemente contrapposte dato che la prima non è altro che la radicalizzazione dello stesso principio che ispira la seconda. In entrambe infatti si afferma che esiste “un disegno per tutta l’umanità”, solo che Rondet lo addolcisce chiamandolo, “desiderio”. Mi sembra trattarsi solo di forma, non di sostanza. Nella prima ipotesi il “libero arbitrio” ci può far compiere la scelta sbagliata facendoci “perdere tutto” senza possibilità di ravvedimento. Una volta puntate le fiches sul rosso, se esce il nero sei condannato. Nella seconda ipotesi Rondet afferma che hai la “parola (Vangeli)” che ti guida nella roulette della vita ed il “libero arbitrio” non è altro che la capacità di riconoscerla e farla propria (vedi le tribolazioni patite dai Santi nel loro cammino alla ricerca della santità). Ma se anche la risposta che daremo “non è scritta da nessuna parte”, ciò non di meno una sola è quella giusta e finchè non la si trova si resta al di fuori “della volontà di Dio” nella prima assunzione, “del desiderio di Dio” nella seconda. Qualcuno mi spieghi la differenza. Gianpietro

3 commenti:

Cristina ha detto...

Penso che la millantata conoscenza di Dio del padre gesuita, gli venga da un’assiduità alla parola di Dio che dovrebbero avere i monaci. Sulla differenza tra ‘volontà’ e ‘desiderio’, penso che ad una volontà si sia chiamati ad obbedire, ad un ‘desiderio’ si sia sollecitati a ‘rispondere’: un desiderio richiama di più la nostra responsabilità e il nostro discernimento. Il desiderio di Dio mi fa pensare anche che sia per una vera conversione del cuore, non soltanto una cieca obbedienza a delle leggi. Nella bibbia, tutto l’esodo parla della lunga attesa di Dio, della sua pazienza, della sua perseveranza nei confronti dell’uomo, della sua misericordia. Noi invece abbiamo ancora l’idea di un Dio tiranno, che alla fine brucerà i suoi figli. Quello che forse dovremmo cercare di conoscere meglio, penso sia un Dio di amore, che non lascerà che ci perdiamo e troverà il modo, alla fine, di riconciliare volontà e desiderio del suo progetto originale, per il bene dell’uomo, ma tutto questo, ci dicono i padri della chiesa e i santi, non avviene per un colpo di bacchetta magica. Cristina

Gianpietro ha detto...

Si tratta unicamente di due differenti stili di “comando”. Dispositivo il primo, partecipativo il secondo. In entrambi occorre tuttavia che l’adesione sia espressione di intimo convincimento (altrimenti diverremmo come i militari che giustificano il proprio operato sostenendo di avere obbedito agli ordini). Cambiano solo le modalità di approccio ed i tempi di adesione. La Chiesa stessa, nell’esercitare il suo ruolo, segue (zoppicando) il solco di questa evoluzione metodologica. Da unica intermediaria tra l’uomo e la divinità, lei sola autorizzata alla lettura ed all’interpretazione delle scritture, fatica ancora ad accettare che la salvezza va ricercata unicamente tramite un percorso individuale e libero. Oggi Rondet può scrivere: “La Chiesa potrà rivolgerci degli appelli … ma qualunque siano le sue necessità, essa non vincolerà mai qualcuno in una via particolare senza essersi assicurata del suo libero consenso”. Sembrano lontani i tempi della fede imposta con la tortura, o esportata annientando popoli che avevano altri Dei e le anime (per chi le aveva) salvate nei roghi sulle piazze. In definitiva, tornando al disegno divino, mi sembra che anche tu ritieni che esso esista, sia scritto da sempre ed è uguale per tutti. Si tratta di ricercarlo, riconoscerlo, desiderarlo e farlo proprio. In fin dei conti Dio diventa così una legge alla quale si è liberi di disobbedire fino a quando non si riconosce che essa è l’unica via percorribile. Battiato canta: “tutto l’universo ubbidisce all’amore” e credo che il significato sia analogo.
E per chi non ci riesce?
“… lo rinnegherò davanti al Padre mio …”
MT 10,33 LC 12,9
“… nel fuoco inestinguibile della Geenna …”
MT 5,22 MT 5,29 MT 5,30 MT 10,28 MT 18,9 MT 23,15 MT 23,33 LC 12,5 MC 9,43 MC 9,45 MC 9,47
“… e là vi sarà pianto e stridore di denti …”
MT 8,12 MT 13,42 MT 13,50 MT 22,13 MT 24,51 MT 25,30 LC 13,28
..... oltre a:
… zizzania ... fine del mondo … giudizio … separare i buoni dai cattivi …
… a meno che …
Gianpietro

Cristina ha detto...

Le mie considerazioni vengono da quello che mi sembra di aver capito da quel poco di studio che sto facendo su questa materia. Certo se sia veramente così o se sono delle invenzioni, penso che in questa vita ben difficilmente ci verrà concesso saperlo. Teniamo però distinto il comportamento della gerarchia della Chiesa visibile, da quello che invece si studia sui testi sacri e simili. La via è certamente individuale, il cristianesimo nasce come via, non come religione. L'interprete delle Scritture poi non è solo la Chiesa dei vescovi, ma come dice la Dei Verbum, l'interpretazione delle Scritture cresce con lo studio la preghiera e l'intelligenza spirituale di tutti e, anche, con la predicazione dei vescovi. Cristina