2 aprile 2009

Le parole

Quando ho iniziato a scrivere su questo blog, l’intenzione era di conoscere meglio le persone che fanno parte di EmmauS e di verificare se quella espressione “insieme”, che usiamo così spesso quando parliamo di volontariato, avesse un senso. Non ho trovato quello che cercavo, ma forse ho incontrato la “felice casualità” che ti fa trovare le cose buone, non cercate. Scrivere su questo blog mi ha insegnato a mettere ordine nei miei pensieri e nel mio agire, a sfumare l’aggressività, a cui spesso mi conduce un carattere impulsivo, a tenere memoria di un percorso interiore, che spesso non procede lineare, ma è invisibile e a volte sconosciuto anche a noi stessi. E poi gli amici. A parte Gianpietro, che cura questo blog, e mi ha sostenuto e incoraggiato, non ho fatto altre amicizie, all’interno della associazione: anzi, alcune, che avevo, le ho perse per strada, perché quando mi incontrano o deviano o cambiano discorso, se si parla del blog, perché ho capito che per loro questo non è ancora uno strumento con il quale hanno familiarità.
Adesso partecipo anche ad altri network come anobii, facebook o picasa. Gli amici con cui adesso mi incontro sul web, hanno nomi come Balenaazzurra, Giakot, Walden o Conchiglia.. Non so quasi nulla di loro, tranne le discussioni sui libri che amiamo, le riflessioni che condividiamo, i pensieri che abbiamo. Dedico, a questo tipo di comunicazione, un’ora ogni mattina, prima di andare al lavoro. E’ un’ora sottratta al sonno, alla colazione, alla preparazione mattutina. Un amico mi ha detto che faccio cose stupide: che questa, virtuale, è un tipo basso di comunicazione, perché non impegna, a fondo, come quella vera in cui ci si guarda negli occhi. Io non penso che questa comunicazione possa essere un’alternativa all’altra o tanto meno possa essere confrontata. Preferisco pensare a quello che le unisce: "le parole" che, come dice Natalia Ginzburg “quando sono adoperate per raccontare senza menzogna ciò che abbiamo visto, sofferto, vissuto, le parole quando salgono dal profondo del nostro animo, insegnano sempre qualcosa, accendono dinanzi agli occhi del prossimo una zona di realtà." Cristina

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