26 gennaio 2012

Alcuni aspetti psicologici del servizio

"Per essere puro il servizio deve essere anzitutto amorevole, saggio, misurato, delicato, opportuno, sostanzioso, prolungato quanto basta, innocuo, discreto, intelligente, non ostentato, non sottolineato, non bisognoso di plauso, non rivendicato, paziente, dignitoso, disinteressato, non egocentrico competente, efficace, tempestivo e così via." In un articolo sul servizio, lo psicologo Piermaria Bonacina cerca di dare una definizione ideale del servizio, che comunemente chiamiamo volontariato. E’ abbastanza evidente, però, che ben difficilmente ci potremo riconoscere in una simile definizione. Questo avviene principalmente perché nell’uomo agiscono simultaneamente istinti contrari che vale la pena riconoscere per correggere quelli negativi che rischiano di rendere vano il nostro impegno. Certamente nel servizio prevalgono gli istinti positivi: la bontà, l’amore, la solidarietà, la comprensione e altri ancora. Latenti, però, agiscono anche fattori piuttosto insidiosi che possiamo facilmente riconoscere negli altri, ma facciamo fatica a riconoscere in noi stessi, se non quando esplodono, creando conflitti e malumore. Tra questi istinti negativi, c’è il desiderio di potere e proprio recentemente un mio conoscente, che aveva grandi meriti per avere costituito una cooperativa no profit, ha dato le dimissioni, per non essere stato rieletto presidente del consiglio di amministrazione, per la prima volta, dopo tanti anni. Una grande incoerenza in una persona che si pensava impegnata per un bene comune e non solo per una questione di prestigio personale. Un altro aspetto negativo è il sentimentalismo, che porta con sé latente il desiderio di ringraziamento. Con gli ammalati questo aspetto resta nascosto, perché generalmente sono tutti molto grati del servizio che svolgiamo, mentre nei luoghi dove esiste un disagio di povertà, questo desiderio è più evidente, e sono tante le persone che svolgono un servizio e si lamentano che i poveri non ringraziano nemmeno, dimenticando che chi è povero e derelitto è molto più facile che sviluppi sentimenti aggressivi e rivendicativi, che non la riconoscenza. Un altro aspetto negativo, che si può definire proprio della personalità immatura, è la tendenza a mettersi al posto dell’altro, ma non per comprenderlo, bensì per pretendere che faccia quello che noi faremmo se ci trovassimo nella stessa situazione, dimenticando che noi in quella situazione non ci siamo e molto probabilmente non ci saremo mai. Ci può essere, infine, il desiderio di evasione: il volontariato come evasione da un quotidiano che non vogliamo affrontare. Nella mia stessa esperienza di servizio, ho visto sviluppare, di volta in volta, una parte di questi aspetti negativi e sempre li ho osservati sorprendendomi, perché non pensavo mi appartenessero. In questo senso, dunque, il servizio può essere un test prezioso, che permette di conoscerci meglio e correggere, quando è necessario, un comportamento sbagliato. Cristina

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