19 gennaio 2012

Nell'eterno azzurro

“L’igiene fisica – scriveva Roberto Assagioli, negli anni ’70 - ha fatto negli ultimi 50 anni grandi progressi: i grossolani errori di un tempo sono evitati, i corpi sono sempre più esposti agli influssi benefici degli elementi naturali e nutriti con cibi più adatti. Per quanto riguarda, invece, l’igiene psichica, siamo ancora a 50 e più anni fa. In questo campo regnano ancora grande ignoranza, incoscienza, leggerezza, si manca di ogni elementare cautela. Chi prenderebbe cibi senza curarsi se siano o meno sani? Chi ingerirebbe dei farmaci scegliendoli solo in base al loro sapore più o meno gradito senza curarsi della loro composizione e dei loro effetti? Eppure facciamo continuamente proprio questo con quelle medicine e quei veleni psichici che sono le compagnie, gli spettacoli, le letture e così via. […] E’ quindi norma fondamentale di sana vita psichica l’evitare il più possibile gli influssi nocivi dell’ambiente.” Assagioli fu un grande psichiatra del ‘900 stranamente non tanto ricordato in Italia, dove visse buona parte della sua vita. Il tema che ho riportato è di fondamentale importanza per chi, come noi, sta accanto al disagio, alla malattia e alla morte, ma penso che sia ugualmente importante per tutti, perché è praticamente impossibile, e non sarebbe nemmeno raccomandabile, estraniarsi dalla vita. Così, quando i nostri doveri ci obbligano ad esporci alle infezioni psichiche della vita moderna, dovremmo stare ben vigili e purificarci, lavando e disinfettando spesso la psiche, come fanno i dottori e le infermiere, che lavorano in corsia fra i malati, ma si salvaguardano con opportune cautele e disinfezioni. Assagioli spiega che ci sono modi facili ed efficaci per farlo e uno, che ho sperimentato più volte io stessa, è l’uso di motti, frasi e brani suggestivi. “L’esercizio di suggestione consiste nel ripetere a se stessi, o nell’ascoltare da altri, delle parole o frasi esprimenti le suggestioni adatte allo scopo. Possiamo lasciarci penetrare da quelle frasi anche per via visiva. Possiamo cioè scriverle e poi osservarle in uno stato di rilassamento, di calma, di raccoglimento, di ricettività dell’inconscio, sì che il loro significato possa penetrare ed operare profondamente in noi.” La mia casa e le pareti del mio ufficio sono piene di queste frasi e parole, che ogni tanto, però, vanno cambiate, perché perdono il loro effetto; poi, trascorso un periodo di tempo, si possono riutilizzare. Ne cito solo una - la mia preferita - che evoca la pace, la solenne quartina dell’Amiel: “Nell’eterno azzurro dell’insondabile spazio si avvolge di pace il mondo agitato. Uomo avvolgi così i tuoi giorni – sogno che passa – del cielo sereno della tua eternità.” Cristina

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